Oggetti coreografici trovano la possibilità della loro esistenza in una sperimentazione continua legata alla necessità.

Il teatro non è più luogo privilegiato di esistenza, si va nelle strade e nelle piazze incontrando l'architettura e la memoria profonda che le caratterizza, si entra in luoghi deputati ad altro per restituire il dono di una presenza, ci si nutre di aria e respiro nuovo nella natura.


in urbano

immergersi nei luoghi del quotidiano
esplorare le spazialità che la città offre
sviluppare nuove relazioni tra performer e pubblico

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nella natura

vivere il respiro profondo della natura
declinare i materiali corporei in una nuova adattabilità

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spazi teatrali

approfondire il pensiero coreografico provando a trascendere i canoni tradizionali della "scatola nera"

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luoghi non convenzionali

pensare la danza come dono
da cogliere o ignorare, da cui farsi attraversare o da guardare con occhio distaccato

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