YOU WIN(E)_sotto il collo della bottiglia


In Italia, le nuove generazioni hanno subito nel tempo un progressivo indebolimento della capacità di mettere le proprie energie e intelligenze al servizio dei più avanzati processi di sviluppo, e ciò ha portato di conseguenza a una generale fragilità su tutta la transizione scuola-lavoro. L’impatto della pandemia rischia di accentuare ulteriormente la situazione. 

Abbandono prematuro della formazione scolastico-accademica, incapacità di organizzare piani di studio autonomamente, abitudine a un approccio meramente nozionistico e poco di ricerca, mancanza di spirito competitivo in vista di una meta, scarsità di confronto con la realtà sono solo alcuni dei problemi attraverso cui il disagio giovanile si manifesta nel  particolare momento della crescita che segna l’uscita dalla scuola dell’obbligo per tastare il terreno di una visione futura di sè. 

Emerge proprio in questo particolare momento tutta la fragilità rispetto alla percezione del proprio futuro professionale, segnata spesso da una incapacità di riconoscere e dare il giusto peso alle proprie competenze trasversali e forma concreta alle proprie aspirazioni percepite ancora nebulose e in divenire. Spesso questo succede anche se si è  impegnati in percorsi formativi, magari intrapresi con non piena consapevolezza. O ancora, si pensi ai condizionamenti, alle scelte indotte dalla famiglia, alla scarsa fiducia data alle proprie reali vocazioni soprattutto quando percepite senza sbocco o alle scelte di comodità, fatte senza reale discernimento critico.

Abbiamo così immaginato, in collaborazione con le nostre amiche del Collettivo Delirio Creativo,  un progetto che potesse creare un percorso esplorativo di matrice artistica e creativa in cui ogni partecipante fosse messo in grado di  indagare le proprie vocazioni e talenti e trasformarle in vocazione d’impresa. 

E’ nato in questa maniera "You win(e)" che è risultato vincitore di un bando promosso dalla Regione Marche-Politiche giovanili e dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale. Come setting dell’intero percorso di esplorazione – il simbolico terreno di allenamento – abbiamo scelto un’eccellenza della regione Marche, il contesto vitivinicolo, i cui processi di produzione e vendita sono ripercorsi in chiave filosofica e creativa per comprendere e allenare i processi di Empowerment e Self Branding. 

Abbiamo scelto il settore vitivinicolo dunque, non solo per la sua portata simbolica rispetto a una ricerca esistenziale in chiave imprenditoriale, ma anche perché, parafrasando un vecchio proverbio popolare, tra la coltivazione della vite e il vino nel bicchiere, c’è in mezzo tutto il sapere dell’uomo.

E allora via: durante il progetto, che si chiuderà  a luglio 2023, cercheremo di indagare la natura della vocazione di ciascun partecipante e liberarla da false credenze o condizionamenti imposti anche inconsapevolmente, proveremo ad attivare risorse creative per mettere a fuoco e allenare le  competenze trasversali stimolando la capacità di auto propositività e auto narrazione, ci daremo da fare per allenare la vocazione d’impresa, intesa come vocazione a intraprendere, ossia sviluppare un’attitudine imprenditoriale prima ancora che un’idea d’impresa.


Un’altra riflessione ha nutrito questo progetto, ed è una riflessione sul Terzo Settore a cui noi apparteniamo e sul suo posizionamento nella società civile. La riforma del settore ne ha valorizzato gli elementi costitutivi - la finalità non lucrativa, gli scopi di utilità̀ generale e un impatto sociale attento alla valorizzazione delle persone e alla promozione dei territori e delle comunità -  spingendo le associazioni a un grande salto non solo culturale, ma anche progettuale, organizzativo e amministrativo. Al contempo il mondo dell’associazionismo si misura con la mancanza di figure professionali capaci di lavorare  sulla promozione culturale e sulla valorizzazione del territorio. Ecco allora che You win(e) potrebbe essere una opportunità per apprendere strumenti operativi nell’ambito della progettazione culturale che, attingendo anche ai linguaggi creativi dell’arte, favoriscano la spendibilità professionale, la creazione di nuove relazioni e opportunità di lavoro all’interno dell’associazionismo stesso.

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