Ho assistito, cosa ho percepito
di Caterina Garofoli, Francesca Cervati, Loretta Antonella


You win(e)_sotto il collo della bottiglia, progetto realizzato in paternariato con CDC_Collettivo Delirio Creativo, Sineglossa e A.C.U. Gulliver e finanziato dalla Regione Marche-Politiche Giovanili e dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, ha avuto come output l’organizzazione di un evento in cui i partecipanti ai laboratori formativi artistici potessero mettere a frutto quanto esperito. Il risultato è stato WINEXPERIENCE, un percorso sensoriale ospitato dalla Casa Vinicola Garofoli e realizzato in collaborazione con la stessa.
Questi di seguito sono i feedback di chi ha seguito l’evento da vicinissimo, di chi ha partecipato, di chi lo ha solo visto passare sui social.

CATERINA

Scrivo guardando l’opera che ho realizzato durante l’evento WINEXPERIENCE e che presto verrà incorniciata.

A partire dalla locandina, l’evento che ho contribuito a organizzare e che ho ospitato nella mia casa vinicola mi ha incuriosito sia nelle proposte che nel linguaggio visivo per la grafica fresca, giovane accattivante, dai colori tenui e naturali. Il primo approccio visivo raccontava molto bene il mondo del vino e della naturalità dei colori della terra e del cielo. Già dalla locandina la proposta mi è piaciuta molto.

L’evento è stato bello e piacevole: non la solita visita in cantina ma qualcosa di diverso, un viaggio creato attraverso emozioni differenti tra tanti giovani giovane e curiosa, mossi dalla voglia di conoscere qualcosa di nuovo. E’ stato molto emozionante scoprire i profumi attraverso il buio, una grande emozione camminare nella bottaia tra le luci fioche provando a non farsi contaminare da ciò che si aveva intorno bensì ad aprire quei cassetti della memoria che ci fanno ricordare i profumi che abbiamo immagazzinato sin da piccoli. Molto bello e divertente poi il laboratorio legato alla degustazione, uno scambio continuo di idee,, impressioni, sensazioni, circolare per come eravamo posizionati fisicamente, una esperienza vissuta in libertà e senza schemi.

L’ultimo laboratorio, quello legato all’arte è stato una scoperta continua. Ciò che mi ha disorientata e colpita è stato il fatto che quello che creavo grazie agli elementi che posizionavo sul foglio bianco, all’uso dei liquidi e delle polveri, non era ciò che si sarebbe visto alla fine del lavoro. La sorpresa è stata ritirare il mio lavoro asciutto e vedere che fondamentalmente, nonostante avessi avuto una progettualità in testa completamente disorientata nella realizzazione, il risultato finale era in realtà molto vicino a quello che avevo sperato.
Che dire, ringrazio tutti e stato tutto molto bello e umano, confidenziale; non ho sentito barriere e differenza di età. Ho apprezzato la proposta e l’organizzazione impeccabile.

FRANCESCA
Sulla porta della mia libreria preferita, trovo un manifesto con uno sfondo violaceo striato di pennellate ocra, blu e bordeaux, che ricorda il vino e le spezie. Sotto il titolo WINEXPERIENCE vedo, stilizzati, un occhio, una mano, un orecchio, una lingua ed un naso: si propone “un percorso esperienziale per scoprire il vino attraverso i sensi”, presso una nota Casa Vinicola. 


Incuriosita dalla proposta di laboratori sensoriali, decido di prenotare ed il 16 settembre arrivo puntuale sul posto, subodorando una possibile sbronza pomeridiana e pensando già a come rimediare cenando in zona.. E mi si apre un mondo inaspettato: dopo l’accoglienza della Casa, squisitamente professionale nonostante la conduzione familiare allargata, un gran numero di studenti universitari, guidati da un dj-performer, un enologo e una maestra d’arte (sotto la regia di due professioniste di storytelling e teatro ed una danzatrice), ci accompagna in un’esperienza a tutto tondo!


L’immersione nella cantina è totale fin dalle prime note, che ci conducono tra le botti per un’esplorazione olfattiva quasi al buio. E, dopo l’ascolto dei professionisti della Casa ed una piacevole degustazione, è naturale “mettere le mani in pasta”, un po’ brilli, usando liberamente la cianotipia, per produrre piccole opere nei colori della notte e del vino e ammirare i risultati ottenuti da tutti. Con grande soddisfazione ed ammirazione per la ricchezza e complessità di un progetto dal titolo semplice e geniale -You win(e) - che ha visto tanti giovani partecipare indagando i propri talenti, nel mettersi a confronto con una realtà professionale. Complimenti!

LORETTA

Navigando su facebook come un’automa, scorrendo le varie fotografie di gente che ride, di paesaggi e pensieri sconnessi, mi imbatto sull’immagine di una locandina: il mio dito smette di scivolare sullo schermo del cellulare per scorrere in avanti e mi si accende un punto di domanda.


Il mio occhio si ferma su un’immagine dal colore indecifrabile, un viola misto ad un blu sbiadito che subito mi rimanda alle giornate settembrine di quando ero piccola: oggi una giornata di settembre ha ancora un cielo d’estate, azzurro magari velato da qualche nuvola. Quando ero piccola, il cielo di settembre sapeva di autunno, e portava con se un odore di umido, di fumo dei contadini che bruciavano le erbacce dopo l’estate. Il cielo di settembre di quando ero piccola aveva proprio quel colore, preannunciava la caduta delle foglie e l’arrivo dei maglioni di lana da indossare.


In alto vedo la scritta “Winexperience”: il vino! Subito mi ricordo l’odore del mosto che mia madre cucinava a casa per fare i “sciughetti” con le noci. Sulla sinistra della locandina c’è infatti una macchia scomposta marroncina e lo riconosco: un gheriglio di noce! Quello veniva spezzettato tutto e immerso in quella crema violacea. Sulla destra della locandina noto un’altra macchia rigata bianca, come i puntini bianchi che nascevano sugli “sciughetti” il giorno dopo che erano stati fatti. Mi viene l’acquolina in bocca… se non fosse per il colesterolo, sarei già corsa da qualche parte per prendere il mosto. Ma dove si prende? Al supermercato non lo hanno, o almeno io non l’ho mai visto. Ma dove si trova oggi il mosto per fare i “sciughetti”??


Torno sull’immagine e in basso scorgo dei rami di un albero pieni di foglie marroni: quelle a momenti cadranno e cominceranno a coprire la terra. Quando cadono portano con se l’odore di terra. Quando ricoprono il terreno, se le tocchi, sono tutte umidicce e guai a sollevarle: sotto ci trovi sempre il vermicello che bivacca nel suo nascondiglio!


Leggo poi la scritta: Laboratorio Sensoriale Enologico. A me solo l’immagine ha stuzzicato i sensi, non oso pensare chi farà il laboratorio quanti ne potrà sperimentare. Già dalla locandina partiamo bene!!!

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