Favolose narrazioni per quotidiane normalizzazioni
di Giovanni Purpura

Nella società moderna, il disagio psichico è ancora spesso oggetto di stigma e pregiudizio. Le persone che vivono con disturbi mentali possono trovarsi a combattere contro l'isolamento sociale e la mancanza di comprensione da parte degli altri. Tuttavia, c'è una forma di espressione artistica che ha dimostrato di essere straordinariamente efficace nel superare queste barriere: lo storytelling, la narrazione di storie. Questo è lo strumento che abbiamo utilizzato nel progetto SolleviArti, realoizzato in collaborazione con la Rete del Sollievo, che ci ha visti co-auturi di favole, co-costruite assieme a un gruppo di persone neurodivergenti, che sono poi confluite in una raccolta di favole.

Lo storytelling è una delle forme di comunicazione più antiche dell'umanità. Le storie ci permettono di esplorare le emozioni e le esperienze umane in modo coinvolgente. Quando si tratta di disagio psichico, la narrazione diventa un potente strumento per consentire alle persone di condividere le proprie battaglie interne con il mondo esterno, in un ambiente controllato come quello della gamification, il processo di facilitazione che ha portato alla creazione di queste favole. Mentre ascoltiamo o leggiamo queste storie, possiamo trovare elementi di empatia e di identificazione.

Il disagio psichico è ancora avvolto da una serie di miti e pregiudizi diffusi nella società. Lo storytelling ha il potere di smontare queste false credenze e di mostrare le sfaccettature delle esperienze mentali. Attraverso personaggi e trame ben sviluppati, le storie possono risemantizzare le percezioni sbagliate riguardo ai disturbi mentali e aiutare a normalizzarli attraverso la catarsi. Le narrazioni possono dimostrare che la neurodivergenza non è un segno di debolezza, ma una peculiarità del carattere umano che diventa problema solo nel caso in cui venga trattata come devianza.

Quando il disagio psichico viene normalizzato attraverso la narrazione, si crea una comunità di sostegno in cui le persone si sentono libere di parlare apertamente delle proprie esperienze. Questo senso di connessione può essere incredibilmente terapeutico e aiuta le persone a sentirsi meno sole nel loro percorso di vita, a prescindere dal background psicologico. 

PERCHE' LE FAVOLE COME STRUMENTO DI NARRAZIONE?

Le favole sono da sempre delle piccole preziose catalizzatrici di esperienza di vita. Questo per tre motivi principali: il primo, è che ci permettono di ANTICIPARE esperienze di vita e di arrivare quindi al momento di fronteggiarle con più strumenti, valori e capacità. Il secondo è che le favole AMPLIFICANO il portato emotivo degli accadimenti: tutto nelle favole è magnificato ed eccessivo, portando quindi a una catarsi maggiore. Nonostante questo tuttavia le favole fanno vivere esperienze in ambiente PROTETTO, cioè altro da noi, per quanto possiamo identificarci coi protagonisti. Esse forniscono quindi un raddoppiamento dell’esperienza rispetto al vivere comune, anticipato, amplificato e protetto

PERCHE' UNA RACCOLTA?

Condividere le proprie storie, create attraverso la tessitura comune di trame, può anche portare a un maggiore senso di empowerment per chi vive queste esperienze: vedere come i propri pensieri, che spesso si faticano a verbalizzare, hanno assunto una forma definita, come la creatività e la messa in gioco è stata ripagata e valorizzata. Raccontare una storia è spesso raccontare la propria storia, e richiede coraggio e forza, e questo atto di vulnerabilità può ispirare altri a fare altrettanto. La narrazione offre anche uno spazio in cui le persone possono essere autentiche riguardo ai loro sentimenti e pensieri, liberandosi dalla necessità di nascondere il proprio disagio e di mantenere una facciata.

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